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Le Pensioni 2016 saranno più leggere

Le pensioni saranno più leggere a partire dal 1° gennaio 2016. Sono stati rivisti, infatti, i coefficienti del calcolo delle pensioni con le quote contributive in seguito alla Riforma Dini, il decreto del ministero del Lavoro pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale ma approvato lo scorso 22 giugno.

Come funziona la riforma Dini

L’intervento della riforma è fatto sui contributi. In sostanza, essi vengono rivalutati ogni anno secondo l’indice PIL e diventano quota di pensione usando dei coefficienti di trasformazione che sono legati all’età del lavoratore al momento della richiesta della pensione, secondo la formula

Maggiore è l’età = più alta la quota pensione

Per chi aveva almeno 18 anni di contributi entro il 1995 la quota di contributi parte dal 2012, mentre per chi ha meno di questo numero di anni, la quota contributiva parte dal 1996.

Ieri è stato l’ultimo aggiornamento triennale, il prossimo nel 2019. A partire da quell’anno, infatti, ci saranno degli adeguamenti ogni due anni nel rispetto di quello previsto dal decreto Salva Italia del 2011.

In sostanza, chi ha meno di 18 anni di contributi calcolati fino al 1995 potrà accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni 3 mesi avendo una rendita maggiore di 18 euro al mese (lordi).

Dal 2016, invece, la pensione di anzianità si prenderà 4 mesi più tardi (66 anni e 7 mesi dopo), e la pensione scenderà di 8 euro al mese.

Coloro che hanno già maturato il diritto alla pensione (oltre che tutti coloro che lo hanno maturato entro la fine dell’anno) potranno andare in pensione entro il mese di novembre (se settore pubblico entro il 30 dicembre) per poter generare di migliori coefficienti.