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Nausea in gravidanza: si combatte con un ghiacciolo.

Ghiaccioli contro la nausea in gravidanza

Ghiaccioli contro la nausea in gravidanza

Nemica per eccellenza delle donne in generale, la nausea è un disturbo che  porta malessere generale e che può condurre ad avere un rapporto con la gravidanza poco sereno. “La nausea in gravidanza -spiega il prof. Antonio Chiantera, segretario nazionale AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani)interessa 6 donne su 10 e nell’1-2% dei casi diventa severa. Di solito compare nei primi mesi e dura dai 30 ai 40 giorni, ma in alcune pazienti si puo’ prolungare fino alla vigilia del parto […] ”  L’uso dei medicinali per giunta è sempre meno appoggiato dai medici per cui… Come combattere la nausea? Molti medici consigliano lo sport, l’agopuntura e una dieta corretta mangiando per lo più cibi asciutti e i classici rimedi naturali come menta, limone e zenzero, evitando caffè e spremute.

Alla loro dieta , le mamme in gravidanza che soffrono di nausee, farebbero bene ad aggiungere i Lollipops, veri e propri ghiaccioli antinausea, in grado di eliminare il problema e che da pochi giorni a queste parte sono in vendita in tutte le farmacie italiane in pacchi da 20 per il prezzo conveniente di 10 euro. Oltre ad agire sulla nausea, i Lollipops svolgerebbero anche un‘azione reidratante, alleviando i bruciori di stomaco e la sensazione di secchezza nella bocca. Precisa il prof. Chiantera: “alcune pazienti riferiscono un particolare beneficio mangiandoli la mattina, a stomaco vuoto”. Per chi fosse davvero interessato tuttavia i ghiaccioli anti-nausea sono disponibile in  cinque gusti, senza zucchero aggiunto e a basso impatto calorico: pompelmo e mandarino, limone e menta, camomilla e arancia, lime e vaniglia, zenzero (particolarmente indicato).

Ricorrere a rimedi naturali rappresenta un’importante alternativa non farmacologica per contrastare il malessere che colpisce le donne durante la gravidanza specie dopo le problematiche cliniche relative all’utilizzo di alcuni farmaci che poi si sono dimostrati teratogeni.