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La situazione della giustizia italiana

Le cerimonie per l’Anno giudiziario, tenutesi nella Corti d’appello del Paese, hanno dato la possibilità di sottolineare uno dei problemi più evidenti della giustizia italiana. Secondo i magistrati che hanno presieduto tali cerimonie, “l’emergenza carceri è una vergogna per l’Italia e la giustizia è segnata dal triste primato delle prescrizioni”. Un bilancio tragico, questo che ha portato tutti a meditare su quella che sta diventando una piaga della società e che sta facendo diventare i cittadini sempre più sfiduciati di fronte alla giustizia italiana. A parlare del problema carceri e delle proscrizione è, in primo luogo, il presidente della Corte d’appello di Milano, Giovanni Canzio.

Giorgio Santacroce, presidente della Corte d’appello di Roma, parla poi, del dovere di riserbo che dovrebbero avere i magistrati nello svolgere la loro funzione: “Non mi piacciono i magistrati che non si accontentano di fare bene il loro lavoro, ma si propongono di redimere il mondo, quei magistrati che sono convinti che la spada dalla Giustizia sia sempre senza fodero, pronta a colpire o raddrizzare le schiene. Dicono di essere impegnati ad applicare la legge senza guardare in faccia nessuno ma intanto parlano molto di se e del loro operato anche fuori dalle aule giudiziarie, esponendosi mediaticamente senza rendersi conto che per dimostrare quell’imparzialità che è la sola nostra divisa non bastano frasi a effetto, intrise di una retorica all’acqua di rose”.

A Napoli, il presidente della Corte d’appello del capoluogo campano, Antonio Buonajuto, delinea un profilo fatto di criminalità in crescita e a proposito di ciò sottolinea: “ Nella criminalità organizzata si affaccia sempre più la camorra rosa; le donne delle famiglie, dopo aver raggiunto una parità di genere, assumono il comando dei clan a assicurano continuità dell’impresa familiare alimentando ogni potenzialità criminale”.

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