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Piazza Affari chiude in rosso

Giornata da dimenticare per la Borsa italiana, che chiude la seduta con -1%. Con precisione il FTSEMib ha registrato un calo del -1,44% a 22.456 punti.

Dei 378 titoli trattati, 28 hanno terminato la giornata con un rialzo, 238 al ribasso, mentre 12 non hanno registrato variazioni.

Ad infierire il duro colpo è stato il calo dei titoli relativi al comparto bancario in seguito alle iniziative della Banca Centrale Europea. La BCE ha pochi giorni fa messo a punto le direttive che regoleranno l’obbligo di copertura al 100% sui Non Performing Loans, le sofferenze bancarie. Continua infatti il trend al ribasso per gli istituti di credito: Intesa Sampaolo, Unicredit, Ubi Banca, ma soprattutto scivolone per Banca BMP, che perde il 5,3%. Anche per tutte le altre banche le perdite hanno superato l’1%, rendendo evidenti le difficoltà del momento.

Delusione anche per la debuttante (per la seconda volta) di Pirelli: l’atteso ritorno in borsa ha forse deluso le aspettative degli investitori, e il colosso degli pneumatici chiude con -0,4%, e dunque un’offerta pubblica di vendita che si ferma a 6,37€ per azione. I top manager e il Ceo Tronchetti Provera perdono così lo Special Award, il bonus che avrebbero avuto di diritto fosse stato raggiunto l’equity value prevista e che sarebbe corrisposto al 2% della capitalizzazione.

Nel settore moda e tessile continua la discesa anche per Moncler, che perde il 2,62% e la “raccomandazione” degli analisti di Mediobanca, che è passata da outperform a neutrale. Gli stessi hanno al contrario valutato positivamente l’e-commerce Yoox, che strappa uno +0,3%.

Rispetto all’avvio, chiudono invece in lieve rialzo Luxottica, Campari, Prysmian, Recordati e Ferrari, ma in tutti i casi non si supera il punto.

Il rapporto euro-dollaro è salito, ma anche qui con moderazione; la nostra moneta non ha superato la quota di 1,8. Attenzione anche al petrolio, il cui andamento è stato volatile per tutta la seduta: Eni vede un -1,2% e Saipem -2,3%. L’oro è invece in leggero rialzo, pur non superando i 1.280 l’oncia, ma potremmo interpretare questo dato odierno come l’inizio di una parabola crescente di cui abbiamo parlato a proposito degli investimenti di Russia e Cina nel metallo bene-rifugio per eccellenza.

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