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Antidolorifici legati ad un più alto rischio di ictus

Gli antidolorifici possono aumentare il rischio di avere un battito cardiaco irregolare, che a sua volta potrebbe innescare un ictus. Secondo dei ricercatori olandesi, gli antidolorifici porterebbero ad una possibilità del 84% in più di sviluppare il problema della fibrillazione atriale.

Questo problema, una delle principali cause di ictus, porta le camere superiori del cuore ad andare fuori ritmo e a battere molto più velocemente del normale. Sono milioni le persone italiane affette da problematiche che portano ad assumere, in maniera più o meno regolare, degli antidolorifici o dei farmaci non steroidei anti-infiammatori, come il diclofenac e l’ibuprofene.

Fibrillazione atriale e antidolorifici: ecco i risultati dello studio

Lo studio ha preso in esame 8.423 persone di età media 68 anni. I casi di fibrillazione atriale sono stati diagnosticati utilizzando delle registrazioni traccianti sul cuore, mentre i dettagli dei farmaci prescritti sono stati raccolti dalle farmacie. Poco più della metà sono state donne. Durante il periodo di monitoraggio, durato poco meno di 13 anni, 857 partecipanti hanno sviluppato la fibrillazione atriale. Di questi, 261 non avevano mai usato dei farmaci antidolorifici, mentre 554 ne avevano fatto uso e 42 ne stavano ancora facendo uso. L’uso corrente di farmaci antidolorifici, come il Paracetamolo, è associato ad un rischio più elevato del 76 per cento di sviluppare la fibrillazione atriale. L’uso di antidolorifici entro i 30 giorni precedenti è stato invece collegato ad una percentuale del 84 per cento più alta di sviluppare tale problematica del cuore.

Bruno Stricker, della Erasmus Medical Centre di Rotterdam, ha detto che la ricerca ha creato un legame tra fibrillazione atriale e questi antidolorifici. “I nostri risultati suggeriscono anche che il rischio maggiore si verifica poco dopo l’inizio del trattamento e possono scomparire nel tempo“.

La fibrillazione atriale è solo uno dei numerosi rischi cardiaci associati agli antidolorifici, il più importante dei quali è un aumentato rischio di infarto. “Sebbene tali farmaci sono molto efficaci per il trattamento del dolore, è importante valutare con attenzione rischi e benefici prima dell’assunzione”. Dei ricercatori di Oxford l’anno scorso hanno scoperto che alte dosi di farmaci anti dolore può aumentare il rischio di attacchi cardiaci, ictus e insufficienza cardiaca.

La ricerca, pubblicata sulla rivista medica Lancet, ha poi provato che il naprossene è l’antidolorifico più sicuro. In Italia è praticamente il Momendol.