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Come è cambiata negli anni la professione dell’infermiere

infermiere

Queste settimane all’insegna dell’emergenza Coronavirus, ci hanno portato ancora più di prima a riflettere sul valore delle professioni mediche e sanitarie. Per quanto riguarda queste ultime, è il caso di soffermarsi in particolare sul lavoro dell’infermiere che, negli ultimi anni, è cambiato tantissimo, facendo passi inimmaginabili anche solo poco tempo fa. Vediamo come.

Infermiere: come è cambiato il suo lavoro?

Per rendersi conto dei cambiamenti che hanno investito il lavoro degli infermieri è il caso di fare un piccolo salto indietro nel tempo quando, a prescindere che si parlasse di assistenza infermieristica a Torino o di professionisti attivi in altre città, il requisito principale era la vocazione all’assistenza del prossimo in condizioni di disagio fisico.

Oggi come oggi, ci troviamo in una situazione in cui gli infermieri sono parte attiva e concreta del processo di cura. Da tempo ormai questi professionisti sono usciti dal terreno del lavoro votato in maniera esclusiva all’assistenza del malato.

Questo mutamento ha portato, di riflesso, a delle modifiche relative alle competenze che vengono richieste a un infermiere per essere concorrenziale sul mercato del lavoro. Chi intende prendere questa strada professionale deve considerare la necessità di sapere riconoscere eventuali situazioni di aggravamento delle condizioni cliniche del paziente.

Il ruolo della tecnologia

Mai come in questo periodo ci stiamo accorgendo dell’impatto che sta avendo la tecnologia sulle nostre vite e professioni. Tra quelle più coinvolte da un cambiamento che non si è certo verificato di recente c’è quella dell’infermiere.

A dimostrazione di ciò è possibile ricordare le numerose app che permettono di cercare un infermiere professionista sul proprio territorio, ma anche gli strumenti educativi che vengono forniti al paziente che, grazie a risorse che la tecnologia mette a disposizione, può informarsi meglio sulle pratiche quotidiane che richiede la patologia di cui soffre, facilitando così il lavoro dell’infermiere che lo assiste.

Quando si parla del rapporto tra professioni infermieristiche e tecnologia è necessario soffermarsi sul fatto che, sempre di più, queste figure vengono considerate una chiave cruciale per l’innovazione nelle strutture sanitarie.

Degni di nota a tal proposito sono i risultati, pubblicati nell’estate del 2019, di uno studio condotto dagli esperti della University of Pennsylvania School of Nursing.

Secondo quanto da loro rilevato, gli infermieri, in qualità di principale punto di riferimento per quanto riguarda la comunicazione di nuovi processi di cura al paziente, sono spesso tra i primi destinatari di nuovi progetti tecnologici che vengono implementati all’interno degli ospedali.

Purtroppo, nonostante la maggior sensibilità rispetto al passato, c’è ancora molto lavoro da fare per quanto riguarda l’educazione dei dirigenti ospedalieri.

Sulla base dei dati dello studio sopra citato, solo il 31% dei soggetti interpellati ha affermato di aver demandato a degli infermieri dell’ospedale che dirige dei compiti chiave inerenti all’innovazione tecnologica.

Una professione destinata a evolversi ancora di più

Non c’è che dire: tenere d’occhio la professione degli infermieri è cruciale per capire dove sta andando la sanità e come potrebbero cambiare i modelli manageriali in questo settore.

Per rendersene conto è utile ancora una volta prendere come punto di riferimento lo studio sopra citato, secondo il quale, nell’80% dei casi, gli ospedali hanno in agenda l’estensione, da qui ai prossimi 5 anni, di compiti decisionali relativi alla pianificazione agli infermieri.

Tutto questo dimostra come, grazie alla centralità della tecnologia e allo spazio sempre più rilevante che sta guadagnando la figura dell’infermiere, la sanità sia destinata ad evolversi verso una direzione ben precisa, caratterizzata dall’interazione chiara, continua ed empatica con il paziente.