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Altroconsumo e il via alla loro campagna contro l’obsolescenza programmata

obsolescenza programmata

Altroconsumo va contro l’obsolescenza programmata con la sua campagna che mette sotto il loro mirino tutte quelle grandi aziende che producono grandi e piccoli elettrodomestici che volutamente durano poco negli anni. Questo progetto prende il nome di PromptPremature Obsolescence multi-stakeholder product testing programme) e al suo interno sono coinvolte le organizzazioni di consumatori dell’Italia, Belgio, Spagna e Portogallo. L’obbiettivo di questo progetto è quello di realizzare una piattaforme dove verranno testati tutti i prodotti elettronici che sono stati messi in commercio e valutare la loro longevità, spingendo così i produttori a realizzare prodotti che abbiano un ciclo di vita molto più lungo di quello che hanno adesso.

Le aziende e le loro scorrettezze

In base ai dati raccolti proprio da Altroconsumo, negli ultimi decenni i rifiuti di elettrodomestici e di prodotti elettronici, è aumentato del 3-5%, si stima che nel 2020 ci saranno 12milioni di tonnellate di questo genere di rifiuti.

Queste cifre esorbitanti di rifiuti elettronici sono dovute anche dalle grandi aziende produttrici di questo genere di prodotti. Ricordiamo infatti il caso di Samsung e Apple che sono state multata dall’Antitrust per aver lanciato degli aggiornamenti dei loro prodotti (smartphone e pc) che hanno accelerato l’invecchiamento di questi ultimi, provocandone così mal funzionamenti fino ad arrivare a non funzionare più. In questa maniera gli utenti erano obbligati a gettare il loro prodotto non funzionante per poterne acquistare uno nuovo.

Altroconsumo, definisce questo invecchiamento precoce, obsolescenza programmata e secondo i loro dati, le persone riscontrano questi problemi nelle batterie dei propri smartphone, pc o schermi dei televisori.

Altroconsumo è la loro iniziativa

Per raggirare e risolvere questo problema comune e sempre più frequente, Altroconsumo ha aperto una sezione apposita sul loro sito, all’interno della quale tutte le persone che hanno qualche problema o anomalia con i loro prodotti elettronici possono segnalarlo, inserendo i dati del prodotto mal funzionante.

Più alto sarà il numero di segnalazioni – si legge dalle dichiarazioni di Altroconsumo– maggiore sarà la forza delle azioni che saranno intraprese per tutelare i consumatori da questa pratica”. Questo fenomeno oltre ad avere un impatto negativo sul portafoglio delle persone è anche un grave danno ambientale, con questa pratica attuata dalle grandi aziende si spinge il consumatore a buttare sempre più rifiuti elettronici che si sa essere molto difficili da smaltire.

Per questa ultima ragione si sta muovendo anche l’Europa per poter obbligare e multare tutte quelle grandi catene che producono questo genere di prodotti.

Regolamento di ecodedign dell’Europa

La Commissione europea, con il regolamento di eco design, sta obbligando le aziende a tenere in vendita sul mercato per almeno 7 anni i pezzi di ricambio di elettrodomestici come frigoriferi, lavastoviglie, lavatrice e display. In questo maniera di sostiene la riparabilità e la riciclabilità dei prodotti poco prima citati, provvedimento che secondo  Altroconsumo  la longevità, la manutenzione e il riutilizzo dei prodotti. Allo stesso tempo aiuterà l’economia personale delle famiglie e il nostro ambiente.

Fonte: The Social Post