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Criptovalute: cosa sono e come si possono comprare

La parola “investimenti”, perlomeno negli ultimi vent’anni, non si può far altro che accostarla ad una terminologia anglosassone divenuta, oramai, particolarmente familiare alla maggior parte dei nostri connazionali: trading online. Esso, grazie alla possibilità di investire in remoto mediante l’utilizzo di smartphone, pc o tablet, è diventato il mezzo preferito dai risparmiatori per allocare i propri risparmi.

Se il motivo economico, grazie al sensibile risparmio in termini di spese di negoziazione, è stato il primo ad attrarre una fetta consistente di utenti finanziari, la possibilità di investire in un elevato numero di asset, a differenza di quanto avviene nelle filiali degli istituti di credito nostrani, è stato, con ogni probabilità, quello che ha fatto breccia nel cuore dei risparmiatori.

I broker finanziari possono essere un ottimo canale per comprendere come acquistare criptovalute

Tra questi, le criptovalute sono state, negli ultimi dieci anni, un asset che ha portato un’autentica e salubre ventata di freschezza nei portafogli investimenti dei risparmiatori. D’altro canto, la tecnologia evolve costantemente: immaginare che in un futuro non troppo remoto si possano acquistare beni e servizi direttamente con le monete virtuali, non è poi così utopistico.

Al momento, salvo rare eccezioni come – ad esempio – l’e-store di Microsoft, le criptovalute rappresentano, perlopiù, un asset finanziario nel quale, milioni di risparmiatori in ogni angolo del mondo, investono una parte dei propri risparmi. Le criptovalute, infatti, non possono e non devono rappresentare l’unica soluzione d’investimento per qualsiasi risparmiatore, ma un ottimo coadiuvante, all’interno di un portafoglio ben strutturato e diversificato, per migliorare il rendimento complessivo dei propri investimenti in ambito finanziario.

D’altronde, queste “valute digitali” si muovono in un contesto particolare, al di fuori delle regole che governano buona parte dei mercati finanziari. Non per questo, però, si possono definire “fuori legge”. E la controprova più importante è fornita dai broker finanziari online: tutti quelli più noti e maggiormente affidabili, infatti, consentono di fare trading in criptovalute nelle proprie piattaforme finanziarie online.

Questi portali, oltretutto, possono essere particolarmente funzionali a comprendere come si comprano le criptovalute, cercando di capire quale sia il momento più opportuno per entrare in questo mondo ed ottenere dei profitti. Anche questo asset, come qualsiasi altro del mondo finanziario, ben si presta all’applicazione di determinate strategie di trading, al fine di poter risultare foriere di guadagni per ogni singolo risparmiatore.

Strategie per investire in criptovalute

Le criptovalute, però, sono particolarmente esposte alle volatilità, elemento che crea svariate opportunità di guadagno, ma nasconde anche diverse insidie: prima di approcciare a qualsiasi strategia, di conseguenza, è opportuno stabilire quale sia il grado di rischio che siamo disposti a sopportare e l’orizzonte temporale entro il quale, tendenzialmente, siamo disposti a realizzare i nostri obiettivi di investimento.

La più utilizzata, traslata direttamente dagli studi di analisi tecnica, consiste nella sovrapposizione di grafici correlata all’analisi degli indicatori. Questa strategia risulta particolarmente apprezzata da chi opera “intraday”, ossia apre una posizione in “cripto” e la chiude in giornata, o, perlomeno, pensa di chiudere l’operazione di vendita entro un numero ristretto di giorni.

Un’altra strategia ritenuta particolarmente valida dai trader che operano in questo asset, consiste nell’esaminare le differenze di prezzo tra Bitcoin ed Ethereum, ovvero le due criptovalute più famose e negoziate in ambito finanziario. Questa comparazione, spesso, risulta assai utile per comprendere quale sia il trend del settore delle monete virtuali, elemento indispensabile per qualsiasi trader.

Esistono altre strategie, alcune delle quali molto sofisticate (come, a titolo esemplificativo, l’individuazione di adeguati “stop loss” o “take profit”), ma un concetto dev’essere chiaro alla maggior parte di quegli investitori che, per la prima volta, si affacciano a questo mondo: meglio, perlomeno inizialmente, non aprire posizioni corte, che possono generare buoni profitti ma al tempo stesso potrebbero regalare qualche amarezza di troppo.