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ISEE 2019: le novità del Decreto Crescita

Il Decreto Crescita, convertito da poco in legge, ha introdotto importanti novità riguardo l’ISEE, assicurando maggiore flessibilità e convenienza ai cittadini. Verosimilmente l’attuazione della legge dovrebbe partire da marzo 2020.

Innanzitutto sono ampliati i casi in cui è possibile richiedere l’ISEE corrente. Dal 2013, infatti, la domanda poteva essere inoltrata solo in concomitanza di due eventi. Un’oscillazione negativa della situazione patrimoniale pari o superiore al 25% e la variazione della situazione lavorativa di almeno uno dei componenti del nucleo avvenuta nei 18 mesi precedenti.

Adesso è stata introdotta una terza possibilità. Dal 2020 si potrà chiedere l’ISEE corrente anche quando un componente perde il lavoro o un trattamento assistenziale, previdenziale o indennitario (purché esenti IRPEF) o se la variazione del reddito non dovesse cambiare del 25%.

L’ISEE corrente, inoltre, avrà validità di 6 mesi; una bella differenza rispetto ai 2 mesi attuali. Cambia anche la validità della DSU. L’INPS ha infatti comunicato che le dichiarazione  presentate dal 1° gennaio al 31 agosto 2019 sono valide sino al 31 dicembre 2019; quelle presentate dal 1° settembre al 31 dicembre 2019 sono valide fino al 31 agosto 2020.

ISEE e Reddito di Cittadinanza: si allarga il numero dei beneficiari

Altro punto che potrebbe far contente non poche famiglie riguarda l’anno di riferimento. Si potranno infatti far rientrare nel calcolo i redditi maturati nei due anni precedenti o nell’anno precedente, a scelta del cittadino e di eventuali vantaggi che potrebbe ottenere. Ad esempio, così facendo potranno richiedere il reddito di cittadinanza coloro che hanno lavorato nel 2019 ma non nel 2018. Di fatto il problema si era rivelato proprio in questo ambito, dal momento che i disoccupati che però avevano prestato attività nel 2017 erano risultati esclusi dalla domanda di RDC.

La modifica è quindi volta a facilitare tutte quelle situazioni in cui presentare un ISEE più alto potrebbe far perdere degli incentivi. Si pensi al cosiddetto bonus bebè, o ai bandi per le borse di studio erogate dagli enti regionali; in questo modo la platea dei beneficiari potrebbe verosimilmente allargarsi.

In secondo luogo, la misura tutela tutte quelle famiglie che si sono trovate improvvisamente in una situazione economica difficile; da un lato la perdita del lavoro, evento purtroppo non raro, e dall’altro l’impossibilità di chiedere il sostegno del RDC, e dunque la possibilità di reimmettersi nel mondo occupazionale.