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Mancini-Balotelli: storia di un rapporto burrascoso

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La prima volta è stato nel lontano 2007. Mancini era sulla panchina dell’Inter, Balotelli (non ancora diciottenne), un ragazzo della Primavera nerazzurra aggregato alla prima squadra. Nell’amichevole vinta dall’Inter contro l’Alto Adige per 2-0, il secondo gol lo segna proprio Supermario: <<Sarà il futuro dell’Inter!>> le parole del tecnico di Jesi a fine partita. Da quel momento in poi, Mario entra stabilmente in prima squadra, vincendo lo scudetto 2007-08. Poi arriva Mourinho e Mario resta in nerazzurro altre due stagioni: il tempo di vincere il triplete e gettare la maglia verso i tifosi alla fine di un Inter-Barcellona, semifinale di Champions e aprire lo screzio con la maggior parte del tifo nerazzurro.

Nell’agosto 2010, Mancini lo rivuole con sé, al Manchester City: Mario accetta, ritornando dal suo padre-allenatore. Ma arrivano ben presto i primi guai: nel novembre 2010 si becca un rosso contro il West Bromwich e tre giornate di squalifica. A seguire, arrivano la rissa in allenamento con il compagno di squadra Jerome Boateng, il rosso “folle” in Europa League contro la Dinamo Kiev, qualche screzio per una sostituzione contro il West Ham.

Il clou, però, arriva nell’estate 2011: Balotelli sfoggia un colpo di tacco tanto assurdo quanto inutile, a porta vuota, nell’amichevole contro i Galaxy, mandando su tutte le furie Mancini. Nella stagione 2011-12 le cose non migliorano: si alternano momenti di distensione (vedi il 6-1 del City sullo United), a momenti di ira, come dopo il rosso contro l’Arsenal, che fa imbestialire nuovamente il tecnico, che a caldo dice che con lui in panchina Mario non giocherà più. Salvo poi ritornare sui suoi passi e andare a vincere insieme la Premier. Fino all’episodio di qualche giorno fa in allenamento: appuntamento alla prossima puntata.