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Manovra, ecco il piano del Governo: 17 miliardi di incentivi fiscali nel 2017

incentivi fiscali
incentivi fiscali

L’obiettivo è davvero ambizioso: dare uno shock agli investimenti in Italia attivando una quota di incentivi fiscali mai raggiunti in precedenza. È questo l’annuncio che il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha fatto nel corso di un convegno a Capri, delineando anche i settori in cui intervenire, a cominciare dalla banda larga.

Nella legge di Bilancio per il 2017 ci saranno incentivi fiscali per 17 miliardi di euro, una quota mai raggiunta prima e necessaria per provare a dare, finalmente, una scossa positiva agli investimenti in Italia. È l’annuncio a sorpresa che arriva nel corso del convegno “Accelerare per competere per crescere” da parte del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che delinea quindi la strategia del Governo per far ripartire l’economia nel nostro Paese.

Primo obiettivo, la banda larga

Se il piano dovesse andare in porto, sarebbe possibile anche migliorare lo stato generale della connessione a internet in Italia, sfruttando la presenza e il lavoro di aziende specializzate come Eolo, leader per la costruzione di infrastrutture per la banda ultra larga, e rendendo più veloce ed efficiente anche l’ offerta adsl casa e imprese. Oggi, infatti, nonostante dati in crescita negli ultimi mesi, il nostro Paese è ancora la “tartaruga” d’Europa, con una velocità media di Internet che raggiunge gli 8,2 Mbps e picchi massimi che invece toccano i 39,4 Mbps; quasi nulla in confronto a quelli che sono i numeri delle “lepri” Norvegia (velocità media 20,1 Mbps) e Romania (velocità di connessione media di picco 84,2 Mbps).

Infrastruttura prioritaria per l’economia

Calenda ha infatti individuato alcune priorità sulle quali sarà necessario concentrare l’azione dell’esecutivo. Il primo settore su cui bisognerà cambiare passo, ad esempio, è proprio la “banda larga”, considerata una infrastruttura primaria per l’economia. Si spiegano in questo senso anche le prime anticipazioni arrivate dal ministro, che ha annunciato un intervento specifico, probabilmente con finanziamenti diretti, in quelle che vengono definite “aree bianche” o a “fallimento di mercato”: ovvero, zone poco coperte perché le attese di ritorno degli investimenti non sono sufficientemente attrattive per gli investitori privati, ma che concentrano oltre il 65% delle imprese del nostro Paese, che quindi pagano un alto prezzo in termini di potenzialità che rischiano di restare soffocata in assenza di un’infrastruttura digitale all’altezza.

Aggirare l’ostacolo Bruxelles

Tuttavia, bisogna evitare la scure di Bruxelles, visto che la disciplina europea sulla concorrenza vieta aiuti pubblici diretti: la soluzione potrebbe essere quella di stimolare la domanda attraverso dei voucher per le famiglie, invogliando in questo modo l’investimento susseguente da parte dei privati. In questo modo, la Commissione europea non dovrebbe obiettare nulla, visto che la capillare diffusione dell’infrastruttura a banda larga e ultralarga è considerata prioritaria.

Strumenti in fase di studio

Ma c’è anche un altro ragionamento aperto con l’Unione Europea, che prevede la possibilità di considerare parte di questo investimento nell’iperammortamento, per accelerare sia il processo, sia la convenienza. Proprio lo strumento dell’iperammortamento, che dovrebbe entrare nella Legge di Bilancio, potrebbe consentire l’ammortamento del 250% per i beni strumentali ai fini delle imposte sui redditi, sulla scia (potenziata, ma riservata ai beni legati alla digitalizzazione) di quanto avviene col superammortamento al 140% già introdotto con la manovra dello scorso anno.

La manovra in dettaglio

Dal punto di vista più tecnico, la misura dovrebbe trovare adeguata copertura attraverso il plafond di incentivi fiscali per complessivi 13 miliardi di euro fino al 2020, che comprendono 8,4 miliardi per l’ammortamento (sia super che iper) e oltre 3 miliardi per il potenziamento del credito d’imposta per la ricerca. L’auspicio, del ministro Calenda e dell’intero Governo Renzi, è che questo intervento possa essere ben recepito da parte degli imprenditori, cui lo Stato mette a disposizione degli strumenti utili e incentivi automatici e orizzontali per creare davvero investimenti ed efficienza.