Edizione di giovedì 14 Novembre 2024 | Home - Redazione - Disclaimer - Cookie Policy e Privacy Policy

Prestiti alle Piccole e Medie Imprese, la Situazione è Peggiore che nel 2009

prestiti-pmi-calo

I prestiti alle imprese sono in netto calo. E’ questo uno dei principali problemi che il nostro paese sta affrontando da quando la crisi è iniziata, oramai ben 4 anni fa. Da allora la quantità di denaro che le banche prestano alle PMI (il vero motore economico del nostro paese) è in netto calo e nel corso degli ultimi 12 mesi ha fatto registrare un calo “pauroso”: 40 miliardi in meno.

Prestiti alle imprese, cronistoria di un calo che non ha fine

Secondo la Banca d’Italia, negli ultimi 30 giorni i prestiti alle imprese hanno subìto un calo di ben 10 miliardi di euro. Se a febbraio 2013 il portafoglio di crediti alle imprese sono stati di 865 miliardi, a marzo è sceso a 855 miliardi. Il calo che è stato registrato a marzo è stato di oltre il doppio più grande rispetto a quello a cui eravamo abituati, ovvero 3 o 4 miliardi in meno ogni mese.

Calo dei prestiti alle PMI, peggio che nel 2009

Il calo che è stato registrato a marzo è stato nettamente inferiore rispetto al credit crunch che è stato registrato el 2009, quando l’inizio della recessione fece registrato un calo del PIL pari al 5%. Da un punto di vista del prodotto interno lordo, il calo dello scorso anno è stato del 2,4%, mentre quello previsto per quest’anno sarà del 1,3%.

Se ai prestiti alle piccole e medie imprese si aggiungono anche quelli ai privati, il calo dalla fine del 2011 è stato di ben 52 miliardi di euro, una stretta creditizia che non si è mai vista prima.

Prestiti alle PMI e ai privati, le sofferenze sono al massimo

La cosa che preoccupa maggiormente le banche è il tasso delle sofferenze bancarie, ovvero delle somme di denaro che sono uscite ma che non torneranno nella casse degli istituti creditizi. Nel mese di marzo 2013 abbiamo raggiunto il record di 131 miliardi di euro, contro i 60 miliardi nel 2009. Decisamente una situazione non piacevole, che non incoraggia le banche a concedere finanziamenti.

Le banche preferiscono acquistare titoli di stato, che sono meno remunerativi ma anche molto meno rischiosi. Purtroppo siamo entrati in un circolo vizioso dal quale è complesso uscire.