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Imu: perchè l’imposta è cosi cara?

L’ufficio studi della Confederazione piccola proprietà immobiliare, per un servizio di uno dei più importanti quotidiani italiani, ha confrontato l’imposta municipale propria, la temuta Imu, nei vari capoluoghi italiani. In particolare, lo studio ha preso in esame un’abitazione-tipo di circa 100 metri quadrati e su questo ha applicato il calcolo dell’Imu secondo le aliquote previste da ogni Comune, tenendo conto della posizione occupata, centro città, semicentro o periferia.

Il risultato ha evidenziato le città di Roma e Torino come le più care, in cui la quota Imu è più alta. Per quanto riguarda la prima casa, il totale annuo da pagare per un immobile in semicentro supera i mille euro, per la seconda casa si arriva a pagarne 2.500. Dalla classifica si evince che quasi tutti i capoluoghi occupano le prime posizioni, da Milano a Napoli, Genova e Verona fino ad arrivare in fondo alla classifica, dove troviamo Crotone con la quota minima di Imu da pagare. Per rendere l’idea basta solo dire, che a parità di caratteristiche, una seconda casa in semicentro a Roma costerà ben sette volte di più rispetto ad una situata a Crotone.

La colpa però non è da attribuire totalmente alle aliquote comunali ma importanti differenze riguardano la base imponibile. Infatti, sono i valori catastali legati alle valutazioni degli immobili a fare la differenza, anche se non tutti i valori sono legati alle quotazioni di mercato. C’è poi da considerare la diffusione di diverse tipologie catastali da città in città. E, infatti, ora si sta lavorando ad un disegno di legge che preveda l’allineamento dei valori fiscali delle abitazioni ridistribuendo in maniera più equa il carico Imu.