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Realtà aumentata: il futuro è ora

realtà aumentata

È ormai da anni che la realtà aumentata è sulla bocca di esperti e appassionati di tecnologia come la next big thing. In verità quello che sembrava il futuro è già il presente, perché la realtà aumentata, augmented reality in inglese, è già molto di più di una visione, pur non essendo ancora diffusa in modo capillare.

Prima di proseguire, però, occorre una definizione di realtà aumentata: con l’unione di questi due termini s’intende la possibilità, attraverso appositi strumenti tecnologici o programmi, di ottenere più informazioni dalla realtà che ci circonda.

Sensori, occhiali, visori, wearable device, app, persino il cruscotto dell’auto arricchiscono la percezione dell’ambiente circostante con contenuti e informazioni supplementari che sono parte del contesto in cui ci si trova; la realtà aumentata ci permette di andare oltre i limiti dei nostri cinque sensi attraverso l’uso di alta tecnologia.
La realtà aumentata si distingue dalla cosiddetta realtà virtuale perché quest’ultima genera una realtà, appunto, completamente artificiale, resa credibile e concreta dalla tecnologia, ma avulsa dalla realtà come la conosciamo, ossia quella percepita dai nostri sensi.

Detto così, sembra qualcosa di astratto, ma la realtà è molto più concreta e le applicazioni notevoli: dal marketing alla chirurgia, dalla cultura al turismo, dalla fruizione di beni e servizi fino al grande mondo dei videogiochi, la realtà aumentata promette di rivoluzionare, o perlomeno mutare, molti ambiti della nostra vita.

La realtà aumentata è comunque già attorno a noi, e non da oggi: un esempio su tutti sono i Google Glass, gli smart glass del colosso di Mountain View, immessi sul mercato nel 2014 ma che non hanno riscosso il successo sperato (sebbene, all’epoca, si registrò subito un caso di dipendenza da Google Glass). Gli occhiali intelligenti marchiati Google, integrandosi via bluetooth con gli smartphone Android, permettono non solo di fare tutte le attività che solitamente si fanno con lo smartphone, ma anche di ottenere indicazioni e informazioni dall’ambiente circostante (per esempio, grazie a Google Maps si può scegliere la strada più corta per raggiungere un luogo).

Ma i Google Glass sono solo la punta dell’iceberg di un universo ancora in divenire e ricco di sorprese. Ad esempio, la realtà aumentata promette di cambiare, e in meglio, la chirurgia: se già con la chirurgia robotica si sono fatti passi da gigante nel settore medico, la realtà aumentata promette di aumentare le informazioni a disposizione del chirurgo che conduce l’intervento, consultando in tempo realtà la cartella clinica oppure verificando i parametri vitali del paziente in modo più dettagliato.

La cultura è un altro ambito che può ottenere grandi benefici dall’uso intelligente della realtà aumentata: nei musei e nelle strutture simili, grazie all’augmented reality non solo è possibile avere informazioni sull’artista o l’opera che ci si trova davanti, informazioni dettagliate altrimenti reperibili solo in catalogo o sui pannelli da leggere, ma anche costruire un percorso in base alle proprie preferenze e ai propri gusti.

Un esempio virtuoso? Il progetto Circo Maximo Experience, che unisce realtà virtuale e realtà aumentata per consentire a turisti e cittadini di Roma di scoprire a fondo il più grande edificio per lo spettacolo della storia, il Circo Massimo. Grazie a visori ad hoc, è possibile scoprire le diverse fasi della storia del Circo Massimo, dalla primissima costruzione in legno all’età imperiale, arrivando al medioevo e, infine, ai giorni nostri. Promosso da Roma Capitale e da Zétema Progetto Cultura e realizzato da GS NET Italia, con la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il Circo Maximo Experience, che sarà disponibile anche in autunno e inverno, è un progetto multilingua che prevede un percorso itinerante di circa 40 minuti.

Anche lo sport e il tempo libero, ovviamente, possono trovare giovamento dalla realtà aumentata. Andando oltre l’occhio di falco del tennis e il VAR del calcio, si può citare Walk & Learn, una nuova app di realtà aumentata che trasforma in un’esperienza a 360 gradi una semplice passeggiata, o un cammino, in un parco naturalistico e archeologico. Il progetto è cominciato a Rieti lo scorso 17 ottobre con il percorso del Cammino della Valle Santa, sulle orme di San Francesco: è proprio il santo a guidare il turista nel cammino, ma l’app permette di incontrare anche altri personaggi storici del luogo, come Marco Terenzio Varrone, letterato romano.
L’ideatore, Jader Giraldi, ha affermato che l’app vuole essere uno strumento che aiuta a conoscere i fatti importanti di un luogo o un sito archeologico, come farebbe un amico molto colto.

La realtà aumentata, dunque, è una tecnologia assolutamente concreta, che può cambiare o addirittura rivoluzionare il modo in cui siamo abituati a vivere le esperienze quotidiane.